Weekly Playlist N.03 (2023)

 

Pure con un febbraio alquanto quieto che ci stiamo lasciando alle spalle in vista della rinascita primaverile, c’è da dire che qui, nel camposanto in disuso chiamato Pagan Storm Webzine, bare e lapidi hanno continuato a traballare non poco sotto i colpi dei cadaveri meno disposti a riposare in pace, ma anzi inclini a far ballare cripte e mausolei a suon di chitarre urlanti e voci d’oltretomba.
A tal proposito, la regolare trattazione scritta sull’argomento è stata diffusa col dovuto preavviso in modo da evitare anche a voi serate ignobili passate a subire rassegne di trucco e parrucco spacciate per eventi canori, e se un fatto appare chiaro sin da subito è che quest’anno la Finlandia ha proprio voglia di darci dentro: suo il What Once Was… Shall Be Again” il quale ha esaudito sin dalla massiccia “Snakes Above, Dragons Below” (inclusa oggi) chiunque fosse in vigile attesa di cenni di vita da parte della brigata balorda Goatmoon; suoi gli …And Oceans che grazie ad As In Gardens, So In Tombs” (album e pezzo omonimo, scegliete voi in base al tempo a disposizione) sono ritornati a incantare il loro fedele pubblico nemmeno fossimo nel ’99; e sua persino metà della squadra d’assalto battezzatasi Høstsol e discesa da profondo Nord per mostrarci il lato sbagliato della vita a suon di “Länge Leve Den Ansiktslöse Mördaren”, se non proprio dell’intero e strepitoso L​ä​nge Leve Dö​den”.
Ma da quando in qua un tris seppur fenomenale di pezzoni contemporanei è sufficiente per accontentare la fame chimica di buona musica che affligge i nostri lettori? Tirate allora un attimino di respiro, fate una capatina in bagno oppure in cucina ad acchiappare beveraggi e stuzzichini, e dopodiché rimettetevi comodi per la bellezza di sette anniversari pescati dal gargantuesco almanacco, a cominciare da un secondo triplete che però più che al 2023 guarda una decade addietro per trasportarci in meravigliose lande sconosciute. Certezza incrollabile in tale nobile disciplina, Echoes Of Battle” apre la fila sulle note di una title-track dalla bellezza ancor’oggi disumana; e siccome avremmo dovuto aspettare un altro quinquennio per parlare nuovamente di lui e di quegli adorabili scansafatiche dei Caladan Brood, stavolta Darkest Past si è attivata per tempo rendendo il giusto merito al duo dello Utah. Cinque giorni prima e qualche miglia a settentrione, nella fredda Cascadia canadese, era tuttavia già a piede libero Anarchic” degli anch’essi scomparsi (visto il titolo, probabilmente chiusi al 41-bis) Skagos, oggi rimembrati con la magia nativa del terzo movimento dal loro sublime secondo lavoro in studio, cui si appaia per ragioni meramente cronologiche la rampante “Sights Of Old” dritta dritta da Welcome Farewell” dei norreni Vreid, giunto anch’esso a dieci anni di esistenza e comunque fonte di grattacapi ai loro sostenitori come solo le opere più valide sanno essere.
Andando a ritroso nel calderone di mode e stili venuti come andati nel corso degli anni Duemila, ci imbattiamo in strane coppie dall’opposta sensibilità ma dagli esiti artistici parimenti maiuscoli: il ventenne World Funeral” delle icone svedesi Marduk fa sfoggio della fan-favourite “Cloven Hoof” sputando fuoco sulle prime file, ma dalle Alpi svizzere gli Eluveitie non si scompongono poi tanto e rispondono col mix di riff muscolari ed inafferrabili flauti intitolato “Bloodstained Ground”, memori del loro mai ripetuto classico Slania” edito invece tre lustri fa.
Si apre infine l’attesa frontiera dei Nineties, dove ad accogliere i sopravvissuti al mortale scontro di cui sopra saettano fulmini e rimbombano tuoni come fu nel 1998, all’uscita del Supreme Immortal Art” che consolidò la posizione di dominio occupata dagli Abigor mettendo in fuga la concorrenza a suon di una splendida “Blood And Soil”; in pochi sarebbero stati in grado di seguire a ruota gli austriaci, ma quando ti chiami Darkthrone, sei a tutti gli effetti creatore di quello che oggi chiamano “Unholy Black Metal” ed il tuo leggendario logo è impresso sulla foto sgranata che fa da copertina ad Under A Funeral Moon” allora puoi permetterti di fare ciò che ti pare anche a trenta inverni di distanza da quel decisivo 1993, persino incidere quello che malauguratamente incidono i due norvegesi al giorno d’oggi. ma che il sole impallidisca di nuovo, che gli angeli tornino cechi e che la nebbia avvolga i templi di Dio da qui all’eternità… o almeno ad un paio di settimane…

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Goatmoon“Snakes Above, Dragons Below” (from What Once Was… Shall Be Again”, Werewolf Records 2023)

2. Marduk“Cloven Hoof” (from World Funeral”, Blooddawn Pruductions 2003)

3. …And Oceans“As In Gardens, So In Tombs” (from As In Gardens, So In Tombs”, Season Of Mist Records 2023)

4. Skagos“Anarchic III: Await, Dawnrise” (from Anarchic”, The Flenser Records 2013)

5. Abigor“Blood And Soil” (from Supreme Immortal Art”, Napalm Records 1998)

6. Darkthrone“Unholy Black Metal” (from Under A Funeral Moon”, Peaceville Records 1993)

7. Caladan Brood“Echoes Of Battle” (from Echoes Of Battle”, Northern Silence Productions 2013)

8. Vreid“Sights Of Old” (from Welcome Farewell”, Indie Recordings 2013)

9. Høstsol“Länge Leve Den Ansiktslöse Mördaren” (from L​ä​nge Leve Dö​den”, Avantgarde Music 2023)

10. Eluveitie“Bloodstained Ground” (from Slania”, Nuclear Blast Records 2008)

Michele “Ordog” Finelli

Precedente I Concerti della Settimana: 20/02 - 26/02 Successivo Pagan Storm News: 17/02 - 23/02